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Channel: Fotografia – Cosebelle magazine – Femminile, indipendente, brillante
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Ri-scatti, un archivio romantico di foto perdute tornate a vivere

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Vi racconto oggi di un progetto bello, delicato, un po’ d’altri tempi e che ha rapito il cuore di tutta la redazione di Cosebelle Magazine: Ri-scatti è un vero e proprio archivio romantico di foto perdute. Ma partiamo dal principio.
Era ottobre di due anni fa e non faceva ancora troppo freddo, quando per la prima volta, in un mercatino delle pulci a Roma, Ivana si è accorta di alcune foto d’epoca. Sparse su quel banchetto, le vendevano a peso, come se fossero frutta e verdura, come se il loro valore affettivo e di ricordo si fosse azzerato. Erano delle immagini bellissime, molte avevano qualche informazione sul retro – data, dediche, firme – ed è stato facilissimo iniziare ad immaginare per ognuna di quelle fotografie una storia e così Ivana non ha resisto, ha deciso di non lasciarle senza destino sul banchetto di un mercato, ma le ha acquistate per dare loro una seconda possibilità. Ma come è possibile dare una seconda vita ad un fotografia senza conoscere a chi sia appartenuta prima di finire in vendita in un mercatino? Ivana ha chiesto a persone che personalmente stima a livello artistico, come scrittori, cantautori, persone che però non conosce direttamente, come del resto non conosce i protagonisti delle fotografie, di adottare uno scatto e provare a scrivere una storia.

La neve si era sciolta. Ho pensato: se mi segue sarà la mia gatta. Lei lo ha fatto, chilometri al mio fianco. Quando ho aperto la porta è entrata come un ospite atteso. Le ho detto: lì c’è il camino, vai a scaldarti. Un po’ di latte, una fetta di ciambella. Abbiamo fatto così conoscenza e siamo cresciute insieme. È lei la mia amica più cara, custode di tutti i miei segreti.
Melissa Panarello, scrittrice e astrologa

Quando papà ha scoperto queste foto, gli è quasi venuto un infarto. Era sicuro che nessuno conoscesse il suo segreto, sapesse del suo antico adulterio, di quella figlia bastarda che nascondeva con tanta cura.
Come sospettare che noi avessimo scoperto l’esistenza di Elisa, ne fossimo diventate amiche e che ogni anno ci godessimo una vacanza insieme, sorelle clandestine?
Bianca Pitzorno, scrittrice e saggista

 

“..LONTANA UN SOLO SGUARDO DAL FIUME IN PIENA
CHE TRAVOLGE I PENSIERI E TOGLIE IL RESPIRO..”
Fernando Masullo, giornalista

Siamo giovani, quindi bellissimi.
Siamo bellissimi e andiamo incontro. Non facciamo altro. Andiamo. Incontro.
Alle ragazze con gli occhi grandi che ci aspettano al porto e che, giurano, ci aspetteranno anche quando la nave diventerà un puntino minuscolo nel mare e poi sparirà nel chissà dove. Al mare. Alle preghiere degli altri.
Agli altri, a tutti gli altri. Al chissà dove.
Chiara Gamberale, scrittrice

AVVENENTE AVVENIRE AVVENUTO
Domenica pomeriggio.
A lungo conservata.
Dietro a un battito di ciglia.
Dente, cantautore

 

“Matrimoni per procura. Entrambi stanno aspettando di incontrare per la prima volta le rispettive spose che scenderanno dallo stesso tram.”
Vinicio Capossela, cantautore

In questo modo Ivana è riuscita ad unire i pensieri belli degli uni con le espressioni vere degli altri e il progetto è cresciuto in modo molto naturale. Ri-scatti conta oggi più di 100 storie, ma la ricerca di Ivana di foto e di storie continua…
Ri-scatti è anche su Facebook e su Instagram

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Storie di stanze: Cristina Coral in mostra a Siena

Attiva solo dal 2012, la fotografa italiana Cristina Coral è già stata più volte premiata a livello internazionale e pubblicata su numerose e prestigiose riviste.

Con Storie di stanze Room Stories, personale di Cristina Coral, Siena accende i riflettori su una giovane artista italiana. Composto da 23 immagini, il lavoro in mostra – come racconta la stessa autrice –  “è uno studio iniziato nel 2013 quando ho scattato in alcuni appartamenti, hotel e ville storiche della mia città. Le stanze che scelgo sono luoghi in cui gli spazi fra gli oggetti – come nelle pitture giapponesi – sono i veri protagonisti delle immagini. Le ambientazioni che scelgo, in qualche modo, devono essere quasi sospese e racchiudere la forma, la composizione e contenere la dimensione delle mie idee. Il tempo come la luce hanno un ruolo molto importante. Credo che “la mia fotografia” colga dei momenti al di là del tempo”, più vicina al mistero che ciascuno di noi è per se stesso. La complessità delle figure femminili è la migliore interprete della mia visione dei sentimenti. Ho voluto catturare tracce del loro dialogo interiore.” Il risultato è una collezione di ritratti realizzati in luoghi dall’aria un po’ vintage e atmosfere silenziose, dove fragili figure femminili appaiono sole, talvolta in languide pose, immerse nel flusso di intime emozioni.

Dove&Quando: Siena – Complesso Museale Santa Maria della Scala / Dal 28 luglio al 10 settembre 2017 / Maggior info al sito santamariadellascala.com e su cristinacoral.it

UniversoAssisi: debutta il festival diretto da Joseph Grima

http://www.cosebellemagazine.it/wp-content/uploads/2017/07/UniversoAssisi-Assisi-festival-Joseph-Grima-eventi-umbria.jpg

I protagonisti della scena culturale contemporanea si danno appuntamento in Umbria. Con luoghi segreti a fare da cornice a concerti, incontri e performance.

Dopo il Dancity Festival a Foligno, l’Umbria Jazz a Perugia e il Festival dei Due Mondi a Spoleto, nell’estate dell’Umbria c’è spazio anche per l’edizione d’esordio di un nuovo format: UniversoAssisi – a Festival in secret places. Per tutto il weekend, musicisti, attori, artisti, poeti, filosofi, architetti e curatori si esibiranno o saranno al centro di talk che avranno come scenario luoghi inconsueti e meno frequentati della città di Assisi, tra cui Il Mortaro del Parco del Monte Subasio, la Piazzetta di Chiesa Nuova, il sagrato della Cattedrale di San Rufino, FAI-Bosco di San Francesco, la Rocca Maggiore-Giardino degli Incanti. Direttore artistico di UniversoAssisi è l’architetto e curatore Joseph Grima, già direttore della rivista Domus.

Dove&Quando: Assisi – Luoghi vari / Fino al 23 luglio 2017 / Maggior info al sito universoassisi.it; aggiornamenti e dirette su Facebook

La cultura dell’handmade e la microimprenditorialità ad Ancona: torna Weekendoit

Workshop, cultura diy, formazione, handmade, divertimento: arriva la quarta edizione del Weekendoit!

Per tutta la durata del festival, nato da un’idea di Vendetta Uncinetta, creativi, designer, artigiani ed appassionati animano la Mole Vanvitelliana di Ancona. Espongono e raccontano il proprio lavoro, condividendolo con tantissimi workshop pratici e teorici e talk sull’impostazione e strutturazione della micro imprenditorialità. Una manifestazione unica in Italia: non un mercatino, ma un laboratorio artigianale non stop! Ogni giorno ci saranno dai 2 ai 4 workshop pratici ed 1 workshop teorico; ogni pomeriggio, fino alle 20, restano aperti: area artigianato digitale, area autoproduzioni artigiane, area live, artigiani al lavoro, photobooth, knitting corner, connessioni!

Dove&Quando: Ancona, Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28 / 19 – 23 luglio / tutte le informazioni su weekendoit.it e su Facebook

In provincia di Varese arriva la musica bella con il Woodoo Fest

Un festival per stare a diretto contatto con la natura, in una location suggestiva immersa nel verde del bosco.

Woodoo Fest è l’intrattenimento in tutte le sue forme, con aree ricreative e di ristorazione, il luogo a un passo da casa dove trovare sempre il meglio dello street food e una birra fresca da bere con gli amici. Ma il cuore pulsante di questo Festival è la musica live italiana ed internazionale. Per tutti i gusti.

Dove&Quando: Cassano Magnago (Varese), Area Feste, via Primo Maggio / Fino al 23 luglio / programma, costi dei biglietti e tutte le info su woodoofest.it e su Facebook

A Milano l’estate continua con il Garage Market delle Gemelle

A Milano, si rinnova da 5 anni l’appuntamento – ormai storico! – a base di musica, mercatino dell’usato (e “non “) e cucina di casa con Mamma Rita! Il Garage Market delle Gemelle avrà luogo nella sala da ballo all’aperto della Balera dell’Ortica, quindi non dimenticatevi: le scarpette da ballo e le panze da riempire. Una sola parola d’ordine: sorriso!

Dove&Quando: Milano, La Balera dell’Ortica, via Amadeo 78 / Domenica 23 luglio / A partire dalle 18.00 / free entry / maggiori info su Facebook

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Vivian Maier: la “fotografa ritrovata” approda in Sicilia

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Vivian Maier è in mostra a Catania, fino al 18 febbraio 2018. Foto© Vivian Maier/Maloof Collection

Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata… Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo.” Con queste parole Marvin Heifermann introduce la figura dell’artista, riscoperta solo pochi anni fa, nel catalogo della mostra Vivian Maier. Una fotografa ritrovata. Esposte oltre 120 fotografie in bianco e nero, realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta e alcuni filmati in super 8.

Dove&Quando: Catania, Fondazione Puglisi Cosentino per l’arte / fino al 18 febbraio 2018 / maggiori info sul sito ufficiale

© Mirco Campioni

© Mirco Campioni

Mr. Monsters è la prima esposizione a Milano dell’artista bolognese Mirco Campioni, curata da Carlotta Accardo. Un viaggio fra pittura e scultura che ruota intorno all’archetipo del Mostro e alle sue innumerevoli declinazioni, creando un percorso espositivo che unisce differenti tecniche figurative e accostamenti estremi, traboccanti di un’ironia disarmante. Allo spettatore è lasciata la libertà di dialogare individualmente con soggetti noti dell’immaginario comune, dalle icone del rock ai miti della produzione rinascimentale, “vittime” di una metamorfosi totalizzante. L’inaugurazione di Mr. Monsters si terrà venerdì 27 ottobre 2017.

Dove&Quando: Milano, Galleria Spazio Arte Tolomeo via Andrea Maria Ampère 27 (MM2 verde, fermata Piola) / inaugurazione 27 ottobre ore 18:00 – 22:00, esposizione aperta fino al 10 novembre / ingresso libero / maggiori info su Facebook 

Torna lo Street Food a Crema per chiudere la stagione 2017


Hop Hop Street Food torna a Crema per la festa di chiusura dell’anno 2017! Dal 27 Ottobre al 1 Novembre si festeggerà l’ultima data del Tour in occasione di Halloweeen! La manifestazione sarà all’interno del Podere d’Ombriano sede del Golf Club Crema e delle meraviglioso parco che ospiterà la manifestazione per ben 6 giorni di festa. Churrasco, gnocco fritto, arrosticini abruzzesi, paella, angus argentino, patatine fritte, birre artigianali saranno solo alcuni dei sapori che potrete trovare durante il weekend.

Dove&Quando: Crema, Podere Ombrianello – Golf Crema Resort, via ombrianello 1 / 27 ottobre – 1 novembre / 10.30 – 24.00 / ingresso gratuito / maggiori info sul sito e su Facebook

Unico, il mercato del fatto a mano a Vicenza


Unico è Il Mercato del Fatto a Mano, del remake, della creatività e dell’originalità, dove si possono trovare articoli di sartoria creativa e artigianale, accessori particolari, piccole e grandi sculture da indossare, idee colorate per bimbi, oggetti originali e ricercati per la casa, gioielli materici, oggetti realizzati grazie al riciclo creativo ed artistico.

Dove&Quando: Vicenza, piazza Castello e piazza Duomo / 28 ottobre / 10.30-19.30 / maggiori info su Facebook 

Autunno tra botteghe e fattorie sotto i grattacieli a Milano


Ritorna la più grande festa a cielo aperto del quartiere Isola di Milano! Con il mercatino vintage e handmade a cura di Salumeria del Design, il mercato agricolo a km0 di Coldiretti Lombardia, visite guidate alla scoperta del quartiere, street food, musica dal vivo, laboratori e tanto altro.

Dove&Quando: Milano, via Boltraffio / 29 ottobre / 9.00 – 19.00 / maggiori info su Facebook

A Parma arriva il mercato metropolitano coperto


Station Market è il mercato metropolitano coperto, ospitato negli ampi spazi ex-industriali del WOPA Temporary, a due passi dal centro e dalla stazione di Parma. Handmade, oggetti e arredi di design, abbigliamento second-hand, vintage, libri, vinili, stampe e poster… E ancora: mostre & arti visive, workshop per adulti e bambini, allestimenti a tema, reading teatrale, live music. Attivo anche servizio Bar&Food e le area kids&relax.

Dove&Quando: Parma, WoPa Temporary Parma, via Palermo 6 / 29 ottobre / 10.00 – 23.00 / ingresso libero / maggiori info su Facebook 

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{cover © Vivian Maier/Maloof Collection}

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Donne al microfono – Senza Rossetto approda a BookCity Milano

BookCity Milano - Eventi novembre 2017BookCity Milano è da diversi anni uno degli eventi di riferimento per tutti gli amanti dei libri. Ha luogo dal 16 al 19 novembre, con una serie di eventi dislocati per tutto il centro storico. Qui potete trovare l’agenda con tutti gli eventi e le location per il weekend. Assicuratevi di non mancare all’evento Donne al Microfono: la presentazione del podcast Senza Rossetto a Bookcity Milano. Se ci avete seguito negli ultimi mesi ormai sarete delle fan, come noi, di Senza Rossetto, e all’evento sarà presente anche Teresa Bellemo di Cosebelle Magazine – insieme alle autrici del podcast e le scrittrici Giulia Blasi, Annarita Briganti, Annalisa De Simone e Ilaria Gaspari – per parlare di parità di genere e stereotipi femminili. Vi aspettiamo!

Dove&Quando: Milano / Sala Stoppani, Istituto dei Ciechi / 19 novembre alle 18.30 / ingresso gratuito / maggiori info sull’evento Facebook

Margarina, l’evento tutto al femminile, fa tappa a Milano!

Margarina è l’evento romano ideato da due giovani ragazze che ha l’intento di mostrare al pubblico nuovi volti della scena femminile artistica. Domenica 19 novembre da Roma eccezionalmente fa tappa a Milano Est! Un’intera domenica da passare al Goganga per conoscere una nuova scena emergente: dalla musica, all’handmade fino all’editoria. Una line up di band e cantautrici (Niniel, Slow Tide, Margo Sanda, Icaro Cade, Sara Fou e molti altri) fino a djset trash pop. Oltre alla musica, ci saranno mercatini di crafters scelti a cura di Cortile68 e magazine (Tutto Collective, Lahar Magazine, A Queer Culture Illustrated Guide).

Dove&Quando: Milano / Goganga / 19 novembre dalle 15 alle 24 / ingresso gratuito / maggiori info sull’evento Facebook 

BookCity Edition per “Il Sabato di Lambrate”

il sabato di lambrate - bookcity edition - 2017

Il Sabato di Lambrate di novembre è in arrivo con un’edizione molto speciale, dedicata ai libri e alla lettura e gemellata con BookCity Milano. Red Baazar, area market dedicata al fatto a mano di qualità, con oltre 40 artigiani e illustratori provenienti da tutta Italia e 4 aree speciali al suo interno: la piazzetta degli illustratori, con mostra mercato delle opere di giovani artisti e live painting; la zona relax con tavolini e sedie all’aperto, dove rilassarsi e gustare i menù del giorno preparati dalle attività di zona; l’area workshop con attività a tema. Immancabile il mercato agricolo, con i produttori agricoli che delizieranno il palato con sapori genuini. Bookcrossing, letture e poesie.

Dove&Quando: Milano, viale Rimembranze e via Conte Rosso / 18 novembre / 10 – 19 / maggiori info su Facebook

Inaugurazione dell’ultima mostra di Gianni Berengo Gardin a Milano

gianni berengo gardin mostra leica store milano

Gianni Berengo Gardin sarà l’ottavo fotografo a ricevere il prestigioso premio “Leica Hall of Fame Award”. Tutti i Leica Store d’Italia celebreranno l’evento con una mostra dedicata alle sue fotografie. A Milano inaugurazione il 17 Novembre dalle 18.30 “Gianni Berengo Gardin – Il suo sguardo su Milano”, con una serie di fotografie scattate al capoluogo lombardo nel corso della sua carriera. Sarà presente l’autore.

Dove&Quando: Milano, Leica Store, via Mengoni 4 / 17 novembre – 17 gennaio 2018 / maggiori info su Facebook

East Market a Milano compie 3 anni

east market milano 3 anni . novembre 2017

East Market compie 3 anni e si divide in due bellissime location. Vintage, dischi, libri, arredamento, toys, sneakers, vecchie collezioni, second hand, oddities, videogames, bikes, design, illustrazioni e tanto altro. Area dedicata alla street art. Area vinili con la migliore selezione di dischi per ogni genere musicale direttamente dagli archivi dei collezionisti. Videogame area con cabinati e console vintage dove giocare tutto il giorno come in sala giochi. Attivo il food market per tutto il giorno!
Dove&Quando: Milano, via Ventura 14 e via Massimiano 6 / 19 novembre / 10 – 21 / ingresso libero / maggiori info su Facebook

PopCorn Garage Market vol. 15 a Milano

popcorn garage market milano novembre 2017
Mercatino selezionato di designer emergenti, vintage, modernariato e autoprodotto. Sul banco: gioielli, capi d’abbigliamento, second hand, cianfrusaglie, vintage, brand emergenti a prezzi super in attesa di trovare nuovi proprietari.  Contorno con concerto jazz, jam session e funky djset. Corner food & beer.
Dove&Quando: Milano, Giardino delle Culture, via Morosini / 18 novembre / 10 – 18 / ingresso libero / maggiori info su Facebook 

Torna “Il Mondo Creativo” a Bologna

Il Mondo Creativo - Fiera Hobbistica - Bologna Autunno 2017

La manifestazione dedicata alla creatività per gli amanti dell’hobbistica e del fai-da-te, arriva a Bologna per l’Edizione Autunnale in questo weekend!

Dove&Quando: Bologna / 17 – 19 Novembre / maggiori info e costi sul sito ilmondocreativo.it biglietti e accessi: info qui

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Transizioni identitarie di Giulia Longo – La mostra fotografica a Roma

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Transizioni identitarie di Giulia Longo è una riflessione fotografica intima e personale che risponde all’urgenza dell’artista di definire un’identità pluriforme, sfuggente, come quella del mondo

“Délice de se perdre dans l’image pressentie.
Je me suis levée de mon cadavre,
je suis partie en quête de qui je suis.
Pèlerin de moi-même,
je suis allée vers celle qui dort dans un pays au vent.”
A. Pizarnik

Giulia Longo, giovane artista pugliese, studia Fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Versailles. Torna in Italia con ‘Transizioni identitarie’: una mostra fotografica curata da Gilberto Maltinti in esposizione presso lo spazio ‘Parioli Fotografia’ dal 13 ottobre al 10 dicembre. Un’indagine emotiva e onesta su una certa “quotidianità interiore”. L’artista definisce il suo linguaggio attraverso l’auto rappresentazione.

L’immagine acquista significati esistenziali quanto indefiniti, pronti a diventare qualcosa-di-altro. Gli scatti di Longo cercano di catturare un’identità sfuggente, di bloccare una realtà che scivola velocemente. Immobilizzare il continuo divenire dell’Io, dell’ambiente in cui esso è immerso, ricercandolo fino a dimenticare il punto di partenza. Le inarrestabili, indicibili, attive contaminazioni dell’inconscio infatti lasciano le foto di Giulia Longo sfocate, come fossero quadri senza cornici.
Istantanee di vita frastagliate, composizioni pensate e raffinate; autoscatti che tentano di delimitare i confini sfumati di un’identità ancora acerba. Auto rappresentarsi significa aprirsi a ciò che altrimenti rimarrebbe estraneo.

“Ho imparato ad amare queste contrade deserte e nel silenzio che le avvolge ho intravisto delle possibili risposte”, scrive Giulia Longo

 

Un viaggio fotografico composto da tre tappe, tre declinazioni. “Je es moi”, la prima, è uno studio sul corpo dell’artista strutturato in una serie di autoscatti e poesie, inseparabili gli uni degli altri. Mentre in “Il/elle” l’artista instaura un dialogo tra la propria presenza (dietro l’obiettivo) e il corpo dell’altro. L’ultima parte della ricerca si chiama “Mon pays” e si dedica all’esplorazione del territorio. Luoghi familiari che l’artista torna a guardare dopo anni di lontananza. Spazi che si colorano di nuova luce. “Avevo paura che non avrei potuto più fotografare gli altri con la stessa intensità con cui fotografavo me stessa”, ci spiega Longo quando andiamo a visitare la mostra.

Ho esplorato l’altro, e poi il paesaggio. Ho girato le mie campagne e mi fermavo nei luoghi che mi colpivano.

Giulia Longo non aveva più voglia di fotografarsi e non riusciva più a fotografare. Fotografare deve essere sempre uno shock. Non è tanto importante cosa si fotografa ma l’emozione che si prova mentre lo si fa, insegna Anders Petersen, fotografo svedese da cui Longo trae grande ispirazione.

Ridefinirsi scoprendo la propria terra: è questo il nucleo di una transizione ancora in atto. Il corpo, l’anima, i pensieri, il bisogno di analisi personale dell’artista sono sufficienti in un primo momento. Poi accade qualcosa, un momento critico, una rottura funzionale che allarga il campo di ricerca: arriva la voglia di accogliere l’altro e poi il luogo.

Paesaggi senza mappa e volti senza nome. Anche il corpo di Giulia potrebbe essere un corpo qualunque, un archetipo. Luoghi di passaggio della cosiddetta transumanza: cascine e masserie deserte ma anche objets trouvés, resti di una cantina del secondo dopoguerra, soggettive di un universo interiore, ingenue contemplazioni di un Io alla riconquista di un tempo dilatato con l’utilizzo di una pellicola 12 iso, la cui bassissima sensibilità regala immagini stranianti e oniriche.

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Dove&Quando: Transizioni identitarie curata da Gilberto Maltinti è in esposizione presso lo spazio ‘Parioli Fotografia’ dal 13 ottobre al 10 dicembre.

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Dicembre, è tempo di (auto)regali

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Nami moodboard Dicembre Natale

Dicembre, tutto è in festa. Al calar del sole le scintillanti luminarie prendono il posto delle stelle e illuminano il sentiero che conduce ad uno dei giorni più attesi dell’anno, il Natale.

Quando pensiamo a questo evento, i primi colori che ci si proiettano davanti sono il rosso, il bianco e l’oro. Ma noi crediamo che le convenzioni a volte creino dei limiti e non consentano alla fantasia di trovare il suo spazio. Perché non prendere in considerazione l’idea di un Natale diverso sia per forme, colori ma anche per significato?

Quale giorno migliore per pensare agli altri ma anche a noi stesse?

Allora accogliti, rendi il tuo cuore leggero e abbraccia quello di qualcun altro. Fallo con la stessa delicatezza con cui la neve si posa sui tetti e sii avvolgente quanto la coperta in cotone di Madam Stoltz.

E se hai deciso di dichiarare il tuo amore ma non trovi le parole adatte, il morbido cuscino serigrafato e cucito a mano su tessuto by Babel o la linografia di Nice and the Fox inserita nella cornice color rame (Madam Stoltz), potrebbero parlare al posto tuo.

Rendi l’atmosfera gioiosa e frizzante  con le girandole decorative del brand Meri Meri, la ghirlanda e gli addobbi in carta (tutto Madam Stoltz), ma non dimenticare di spolverare sopra al tuo abete anche i due ingredienti magici che ti daranno la forza di tramutare alcuni dei tuoi sogni in realtà: il coraggio e la volontà.

Trasforma il mese di dicembre nel tuo dietro le quinte, in previsione di un 2018 all’insegna del cambiamento. Dedicalo alla celebrazione degli obiettivi che hai raggiunto e alla ripianificazione di quelli che ti sono sfuggiti di mano. Impara a scegliere per te stessa. La spilla serigrafata (Babel) ti ricorderà che nessuno potrà dirti cosa dovrai essere o diventare, perché sei libera di reinventarti quante volte vuoi.

Infine, prepara i bagagli per quello che sarà un meraviglioso viaggio di scoperta e, se vuoi prendere alla lettera la parola viaggio, le mappe illustrate da artisti diversi di Herb Lester con in comune tour inediti e luoghi particolari, o la guida Monocle, possono fare al caso tuo o di chi ti accompagnerà in questa meravigliosa avventura.  

 

Fotografie di Stef Stefany. Testo di Deborah Della PennaL’approfondimento su Babel del Buy buy baby.

Per conoscere il mondo di Nami

Nami concept store: un’ondata Hygge vi travolgerà

Novembre

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Grazia Neri, il mondo della fotografia e noi donne

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Grazia Neri, famosa per aver dato il nome e l’anima nel 1966 alla prima agenzia di fotografia fondata in Italia, ha scritto un libro – titolo, La mia fotografia – per raccontare di sé e del suo mondo, e anche un po’ del nostro.

Ho aperto questo libro e ho ritrovato mia madre, mia nonna, l’altra nonna, quella con le camicie col fiocco che ho sempre detestato – non le camicie, lei. E ora invece le camice le compro, le indosso, fanno sì mi dicano che mi vesto “sempre bene” anche se non é vero, e che ci sia un po’ di lei. Com’è successo? È successo riprendendo in mano le fotografie, ritrovando gli occhi, le case, le pieghe dei vestiti, i profumi.
Ho ritrovato in queste pagine anche quel magone a metà gola che Grazia Neri descrive bene, quando pensi non sono all’altezza, faccio errori che non vorrei ma non so evitare, ma che ho scritto su questo messaggio whatsapp, non ce la faccio. Le volte in cui prima o dopo un appuntamento con qualcuno in cui brillano gli occhi, o dopo un colloquio di lavoro andato bene, ho pensato ma come hanno fatto a pensare di scegliere proprio me, mi sono comportata così da stupida.

In un libro ritrovare il racconto di una vita e quindi anche gli ostacoli, le sfide, i sorrisi e un caleidoscopio di incontri, nomi, storie nella Storia, strumenti per raccontare il mondo, la guerra, il quotidiano, la cronaca, la vita di tutti i giorni e persino la moda. Fino ad internet, il digitale e il copyright.

Grazia Neri e la sua agenzia. Un’agenzia nata in uno studio di 50 metri quadri che alla fine si ritrova con uno spazio di mille. Trova il modo di assumere i collaboratori, di raccontarne la persona e il lavoro, con lo sguardo preciso, accogliente, affettuoso. Grazia Neri che è una donna, anzi lo è diventata. È stata una bambina che perde il padre e che vive la guerra, i bombardamenti e le mancanze: il dolore come lo si vive da piccoli, senza bisogno di proteggersi ma nel tentativo dolcissimo di proteggere gli altri, soprattutto sua madre. Una madre magrissima e bella che la porta al bar il sabato, che si cura di lei e di sé ma si preoccupa perché legge troppo. E poi la passione per la Francia, il primo lavoro, e un posto come giornalista rifiutato tra le proteste, fino alla decisione un po’ folle ma perfetta – come quasi tutte le decisioni folli, prese con un caro amico, di quelli che non ti mollano mai e ti sanno dire le cose anche come sberle quando serve – di aprire un’agenzia di fotografia, di entrare in un mondo allora prettamente maschile, di vendere foto e rappresentare i fotografi con la convinzione che sia una professione da trattare con amore,  da scoprire, e presentare, da rendere accessibile.

E diventa la donna che è, e che dà molte opportunità alle altre donne: le assume, le rappresenta, le vive come amiche, ne crea le icone, ma senza mai perdere la libertà di essere prima di tutto Grazia Neri. Una persona, una madre, una moglie, una figlia, un’amica e una professionista. Senza bisogno di rivendicare ogni secondo l’essere femminile,  senza chiudersi in una gabbia. Leggi il libro ed è chiaramente scritto da una lei, per lo sguardo, per la maternità con la quale racconta gli altri e se stessa, l’amore, gli amici, e anche gli errori e le cadute, i lutti o i confronti duri che lasciano segni. Ma non dice mai «sono stata la prima ad aver aperto un’agenzia di fotografia in Italia», non è il punto, non è il senso, sembra non interessarle per nulla ad essere sinceri. Racconta solo la sua vita, la pazza idea di lanciarsi in un’attività allora molto meno ossessionante di ora, meno accessibile, senza regole, e di farlo senza una lira, come scrive e sembra vederne il sorriso.

Grazia Neri non scrive un racconto, ma dedica singoli capitoli alla sua storia, alle persone del cuore, ai fotografi e ai temi che l’hanno colpita durante gli anni. Come evolve il mondo della fotografia nel raccontare il mondo vero, quello dei conflitti, della violenza, dell’Italia, della cronaca – un capitolo a sé parla dei reporter di guerra, di come riescano a non perdere la speranza e la fiducia (stupita che non diventino cinici e disillusi) pur avendo documentato gli orrori, il peggio che il genere umano più mostrare di sé. E di una loro paura: che il loro lavoro duro possa perdere autenticità, venire strumentalizzato e perdere senso.  Ma parla anche del mondo finto dei vip, dei personaggi famosi, delle vite pubbliche e degli scoop giornalistici, delle cose piccole e ordinarie.

Pensandoci ora, nei nostri tempi nei quali un’immagine può diventare virale, può creare mostri o icone positive in poche ore, dove siamo tutti fotografi un po’ ossessionati dagli specchi, dai luoghi, dal dire sono qui, sono con. Epoca di velocità, connessioni e condivisioni, che fine hanno fatto i fotografi? Il lavoro del fotografo potrebbe sembrare diventato altro.

Invece nella storia di Grazia Neri, (che ci tiene a sottolineare di non essere mai stata una fotografa) si ritrova il senso che la fotografia può e sa avere anche oggi, quando racconta eventi e persone, va a cercare, scava, documenta e seziona, ci costringe a guardare o ci da il piacere di scoprire.

E il ruolo che una donna può avere, forse “deve” avere. Un po’ meno ossessionate da come e cosa dobbiamo essere, ma solo molto vive. Libere di non dover rivendicare ogni secondo di poter o non poter fare qualcosa, ma solo di provare a farle, e di alzare la voce per chi non può.

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Bologna accoglie Vivian Maier, la fotografa ritrovata

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Vivian Maier in mostra a Bologna. Fino al 27 maggio 2018

Tra le migliaia di fotografie a disposizione, 120 fotografie in bianco e nero, di cui 10 in grande formato, 90 di formato medio più una meravigliosa sezione di 20 foto a colori relativa alla produzione degli anni Settanta di Vivian Maier sono in mostra a Palazzo Pallavicini. Rimasto nell’ombra fino al 2007, il lavoro dell’artista riemerse quando John Maloof, figlio di un rigattiere, acquistò un box a un’asta. Prese così avvio una delle più sensazionali “riscoperte” degli ultimi anni.

Dove&Quando: Palazzo Pallavicini, Bologna / Fino al 27 maggio 2018 / Maggiori info al sito ufficiale

A Milano, un healty workshop 


Un workshop che insegna a costruirsi un menù settimanale equilibrato e adatto alle esigenze di tutta la famiglia. Durante il corso ci sarà una piccola parte teorica in cui la dietista Francesca Oggionni vi darà le basi per la pianificazione e l’organizzazione, fornendovi una dispensa che vi sarà utile una volta tornati a casa. Successivamente ogni partecipante potrà costruire il proprio menù con una consulenza one-to-one.

Dove&Quando: Milano, via Antonio Zarotto / 03 marzo / 10-13 / costo 30 € incluso coffee break, materiale didattico e un goloso gadget / maggiori info su Facebook e via mail a: info@francescaoggionnidietista.

A Milano arriva vinylEAST


Il nuovo concept di EAST MARKET dedicato al mondo dei vinili e della musica in generale: BUY/SELL/SWAP con la migliore selezione di vinili, vintage radio, collectables, design, music posters, music books, vintage, second hand e tanto altro. VINYL AREA: area vinili con la migliore selezione di dischi per ogni genere musicale direttamente dagli archivi dei collezionisti. FOOD MARKET con le specialità del DINER firmato EAST MARKET.

Dove&Quando: Milano, via privata Giovanni Ventura / 04 marzo / 10 – 21 / free entry / maggiori info su Facebook

Torna il market dell’Isola, a Milano 


Sesta edizione per il FRIDA MARKET con tanto abbigliamento, produzioni handmade, illustrazioni e vintage!

Dove&Quando: Milano, via Pollaiuolo 3 / Domenica 4 marzo / 11-21 / free entry / maggiori info su Facebook

A Milano un workshop di flower paper 


Cosa sono i paper flower? “Un creare amore, armonia e dolcezza“, afferma Linda Puglisi, wedding planner e curatrice del workshop, che inizierà con una base teorica sulle tipologie di carte da scegliere, per poi passare alle palette colori! Secondo step: creare insieme una rosa di carta per realizzare un piccolo centrotavola e un fiore di carta gigante. E per finire un fiore più semplice con la carta crespa.

Dove&Quando: LasciaLaScia, Milano, via Boncompagni 57 / Domenica 4 marzo / 14-18 / costo 40 euro / maggiori info su Facebook

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Maria Lai. Il filo e l’infinito. A Firenze

Maria-Lai-uffizi-mostre

Foto dal sito www.uffizi.it

Alla poetica arte della scultrice sarda Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) le Gallerie degli Uffizi dedicano un’ampia retrospettiva, la cui inaugurazione è stata l’evento culminante delle celebrazioni della Giornata internazionale della Donna dell’importante istituzione culturale fiorentina. Curata da Elena Pontiggia, la mostra celebra la ricerca dell’artista, estesa per oltre un settantennio, in un costante rinnovarsi del linguaggio: dal realismo lirico degli anni Quaranta alle scelte informali dei tardi anni Cinquanta e dai lavori polimaterici dei primi anni Sessanta alle successive opere concettuali. “Al centro di questa rassegna – ha sottolineato il Direttore Eike Schmidt – sta il mezzo più tipico del suo lavoro cioè quel filo che ‘lega e collega’ in maniera senz’altro viva e che infatti spesso rimane libero e non ancora cucito: tra i vari riferimenti mitologici non può che ricordare Penelope che tesse durante il giorno e nella notte scioglie i fili”.

Dove&Quando: Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti, Firenze / Fino al 3 giugno 2018 / Chiuso lunedì; dal martedì alla domenica dalle 8.15 alle 18.50 / Maggiori info su uffizi.it

A Parma arriva Station Market


Station Market è il mercato metropolitano coperto di Parma, ospitato negli ampi spazi ex-industriali del WOPA Temporary, a due passi dal centro e dalla stazione. Creazioni handmade, oggetti e arredi di design, libri, vinili, stampe e poster, ma anche abbigliamento second-hand, borse, scarpe e accessori e vintage! Il tutto accompagnato da mostre & arti visive, workshop per adulti e bambini, allestimenti a tema, servizio Bar & Food, area kids e area relax.

Dove&Quando: Parma, WOPA Temporary / 18 marzo / 10 – 21 / ingresso libero / maggiori info su Facebook 

Brignano In Love, la piccola Wedding Fair della Bassa Bergamasca


Brigano in Love – everything you need for your wedding arriva alla seconda edizione. Una piccola, ma grande fiera, caratterizzata dalla ricerca, dalla selezione e dalla promozione di realtà uniche, artigianali, giovani e del territorio che ruotano intorno al mondo del matrimonio. Nella splendida cornice di Palazzo Visconti si può trovare tutto quello che serve per “il giorno più bello“! E in più: corner food & Workshop.

Dove&Quando: Brignano Gera d’Adda (Bergamo), Palazzo Visconti / 18 marzo / 10-20 / ingresso libero / maggiori info su Facebook e al sito ufficiale 

Vide Grenier, un mercato brocante vicino a Firenze


Vide Grenier è un modo per passare una domenica insieme nella splendida cornice del Molino di Amarrante. Come? Sorseggiando un tè e mangiando una fetta di torta, avendo la chance di comprare oggetti vintage sapientemente selezionati da chi ha ama il brocante e ha deciso di affidarli a una nuova famiglia!

Dove&Quando: Montaione (Firenze), Molino di Amarrante / 18 marzo / 9.00 – 19.00 / maggiori info su Facebook

A Milano domenica mattina tra yoga e brunch

È bello salutare l’inverno con una pratica speciale: una lezione di yoga dinamico base tenuta da Beatrice per neofiti e non. Obiettivo? Creare consapevolezza. A seguire un brunch vegetariano realizzato con semplici e gustose ricette dalla dietista Francesca Oggionni.

Dove&Quando: Milano, via Antonio Zarotto / 18 marzo / 10 – 13 / costo 30 euro / maggiori info su Facebook 

A Torino torna Bunker Big Market

Bunker Big Market, il nuovo Market-Place di Torino, è giunto alla sua ottava edizione. Big Market è da intendersi come una vera e propria esperienza di incontro di nuove persone, alla scoperta di nuovi oggetti, suoni e sapori.  Chiunque può entrare a fare un giro tra gli stand dove potrà trovare di tutto, dall’hand-made al vintage, dai pezzi original al second hand, ma anche sneakers, gioielli e un’area completamente dedicata al food. L’evento si svolgerà presso il Bunker, all’interno degli spazi di via Paganini riconvertiti già da diversi anni in un centro culturale indipendente, dove coesistono arte, orticoltura urbana, sport, ma anche clubbing e sperimentazione di ogni genere. Big Market non è solo un appuntamento per comprare, vendere o scambiare: è un viaggio attraverso passato, presente e futuro.

Dove&Quando: Torino, Bunker, via Paganini / Domenica 18 marzo / 10 – 21 / ingresso libero / maggiori info su Facebook 

Arriva a Milano un mercatino dedicato alle autoproduzioni


Prima edizione del 2018 per il Fame Market, un modo per festeggiare la primavera e la creatività! In programma: mercato delle autoproduzioni; laboratorio per bambini di invasatura di piantine da orto e ornamentali; “Haru no Origami” laboratorio di origami floreali;”Fiori a uncinetto” laboratorio di maglieria creativa e “Dal filo al fiore” laboratorio sulla lavorazione a intreccio del metallo.

Dove&Quando: Milano, via De Castillia 26 / 18 marzo / 10.30 – 18.30 / ingresso libero / maggiori info su Facebook 

Le isole Faroe sbarcano a Milano


In occasione della presentazione del libro Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen è in programma un incontro per parlare di natura, storia e miti delle Faroe Islands con l’esperto di cultura faroese Gianfranco Cotri.

Dove&Quando: Milano, Galleria Franca Sozzani, 10 Corso Como / 21 marzo / 19.00 – 20-30 / maggiori info su Facebook 

Un workshop di storytelling per crafter a Milano


Come si può farsi riconoscere online, attraverso i propri contenuti? Come si può comunicare al meglio le qualità dei propri prodotti e parlare del loro valore più grande, ovvero la storia che vi è dietro? Trovando un proprio stile, mettendolo in pratica grazie allo styling ed imparando a raccontare se stessi ed il proprio brand attraverso immagini realizzate ad hoc. In arrivo un corso, con Giui Russo, per imparare a trovare un proprio stile visivo, che rappresenti in modo autentico e coerente i valori del proprio brand, trasformando le parole che si hanno in mente in immagini. Si scopriranno l’arte dello styling e le tecniche competitive per arrivare a realizzare scatti che comunichino esattamente quello che si vuole comunicare, imparando ad editare le immagini anche con lo smartphone. Insieme si scoprirà l’importanza delle storie, del raccontarsi attraverso le immagini, facendo del sano storytelling, anche attraverso l’uso di social network come Instagram!

Dove&Quando: Milano, Lievito Creative LAB, via Conte Rosso 26 / 19 e 21 marzo / 18.00 – 22.00 / Costo: 125€ • (materiali, dispense e tessera dell’Associazione Carmilla inclusi) / maggiori info su Facebook 

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Apre l’edizione 2018 del Cortona On The Move 2018

Cortona On The Move vuole essere un festival di fotografia contemporanea con delle solide basi nella tradizione e un interesse continuo verso le nuove visioni. Dalla sua posizione sulle antiche colline toscane, respira l’atmosfera creativa proveniente dal suo forte focus internazionale e da una ricerca approfondita. Con una forte connessione, rispettosa ma flessibile, alla prospettiva documentaristica, Cortona On The Move, vuole focalizzarsi sul presente, schiacciando l’occhiolino al passato e con lo sguardo sempre rivolto verso il futuro. Cortona On The Move vuole essere testimone del movimento, l’essenza stessa della vita, il versatile flusso dell’esistenza, i continui cambiamenti delle society e delle culture, le fasi incessanti dell’essere. Il mondo è in continua trasformazione: geografica, sociale, economica, tecnologica e spirituale. La vita stessa è movimento, niente è fermo. Cortona On The Move si offre come una piattaforma dinamica per la fotografia contemporanea, per narratori visivi, per gli amanti della conoscenza e i cercatori di emozioni. La nostra missione è dare spazio alle voci e alle visioni che possono aprire la nostra mente, il nuovo cuore e i nostri attraverso storie che ci trasformano e creano spazi di riflessione e discussione.

Dove&Quando: Cortona (AR) / 12 luglio – 30 settembre / maggiori info sul sito

Ultimo weekend per il Festival dei Due Mondi a Spoleto

Ogni anno la magnifica città d’arte di Spoleto apre il suo sipario e con il suo Festival accoglie il mondo. La sua bellezza monumentale è intatta come la sua storica vocazione all’arte. Alla sua 61a edizione, il Festival dei Due Mondi conferma l’intuizione originale che lo rese inimitabile luogo di incontro tra culture e mostra, nel suo successo di oggi, l’appeal e il prestigio di un grande e rinnovato appuntamento di risonanza internazionale. Spoleto è tornata ad essere il luogo affascinante nel quale ogni estate, da ogni parte del mondo, si danno appuntamento le grandi arti della scena: Opera, Musica, Danza, Teatro. Un incontro che riprende il filo del dialogo tra storie, discipline e sguardi diversi, in una appassionata ricerca dell’eccellenza, tra le Arti, nel panorama contemporaneo.

Dove&Quando: Spoleto (Perugia) / fino al 15 luglio / maggiori info sul sito

Weekend dedicato alla musica blues Pistoia Blues 2018

Nel corso degli anni, dal Festival toscano sono passati alcuni tra i maggiori protagonisti del blues e del rock con performances spesso indimenticabili nel suggestivo scenario medievale di Piazza del Duomo. A Pistoia Blues è transitata la storia di questo genere musicale con i concerti di B.B. King, Frank Zappa, Bob Dylan, Santana, Jerry Lee Lewis, Ben Harper, Pearl Jam, Stevie Ray Vaughan, Chuck Berry, Patti Smith, Lou Reed e più recentemente Arctic Monkeys, Sting, Mumford & Sons, Hozier, Jack Johnson, Counting Crows, Morcheeba e centinaia di altri grandi nomi! La musica continua anche quest’anno!
Dove&Quando: Pistoia (PT), piazza del Duomo / dal 10 al 15 luglio / maggiori info su sito

Prende il via l’edizione 2018 l’Umbria Jazz

Umbria Jazz: dal 1973 dieci giorni di musica nel centro storico di Perugia, da mezzogiorno fino a tarda notte, con concerti a pagamento ed eventi gratuiti, che utilizzano gli ambienti più suggestivi della città antica, trasformandola in un palcoscenico naturale unico e irripetibile. Umbria Jazz, tra i più importanti festival a livello internazionale, ha visto fin dalla sua nascita i più grandi musicisti esibirsi sui suoi palchi. Negli anni il Festival ha cambiato volto nella formula, ma non ha mai tradito lo spirito e l’identità che ne hanno fatto negli anni, insieme alla qualità delle proposte artistiche, la fortuna. Umbria Jazz è riuscita a creare un evento dai grandi numeri e dalla visibilità internazionale in una città e una regione relativamente piccole: la sua prima edizione fu una scommessa, una sfida, che oggi può dirsi vinta.

Dove&Quando: Perugia / 13 – 22 luglio / maggiori info su sito

[ Cover pic © Tanya Habjouqa – Portrait of Hala –  via cortonaonthemove.com ]

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Berenice Abbott in mostra a Nuoro

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© Berenice Abbott

Articolata in tre sezioni tematiche – Ritratti; New YorkFotografie scientifiche – Berenice Abbott. Topografie è la prima mostra antologica che l’Italia dedica alla fotografa statunitense. Tra le più originali e controverse protagoniste della storia fotografica del Novecento, Berenice Abbott viene indagata attraverso oltre 80 opere originali e documenti eccezionalmente concessi dal suo archivio. Dopo la rassegna sul padre della street photography, Garry Winogrand, e l’acclamata esposizione sulla tata-artista Vivian Maier, l’istituzione sarda si conferma come indirizzo di riferimento per le mostre dedicate alla fotografia in Italia.

Dove&Quando: MAN, Nuoro / Fino al 21 maggio 2017 / Maggiori info su Facebook

Riscoprendo l’Art Déco, a Forlì e a Faenza

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In corso a Forlì la grande mostra ‘Art Dèco. Gli anni ruggenti in Italia’

Dopo le grandi mostre sul Novecento e al Liberty, nel 2017 Forlì dedica una grande esposizione all’Art Déco italiana. Ripercorrendo i dieci anni sfrenati, “ruggenti” della grande borghesia internazionale, mentre la storia disegnava, tra guerra, rivoluzioni e inflazione, l’orizzonte cupo dei totalitarismi, la mostra propone oltre 400 opere – dai vetri artistici alle auto; dagli abiti agli accessori; dai poster agli arredi – , che comprendono anche capolavori di Gio Ponti, Balla e Depero. In contemporanea, il MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, dal 18 febbraio al 1° ottobre 2017, ospita Ceramica Déco. Il gusto di un’epoca, affiancando alla kermesse di Forlì un focus sulla produzione ceramica italiana e internazionale.

Dove&Quando: Forlì, Musei San Domenico / Fino al 18 giugno 2017 / Maggiori info su Facebook

Kokedama, un workshop di base a Milano

kokedama workshop base la fioreria cascina cuccagna milano

Al via un workshop di base per creare i kokedama, piccoli ecosistemi volanti!

Ritorna i piccoli ecosistemi volanti più amati del reame! Scoprire la storia dell’antica e poetica arte giapponese dei Kokedama, capire quali piante sono adatte e perchè, come scegliere le materie prime e le cure necessarie al mantenimento. Durante la pratica del workshop ciascun partecipante realizzerà un piccolo kokedama.

Dove&Quando: Milano, La Fioreria, Cascina Cuccagna, via privata Cuccagna ang. via Muratori / 17 febbraio 2017 / 18-21 / Costo 35 euro compresi tutti i materiali, piante e muschio / Maggiori info su Facebook

Fabrika! Modernariato & design a Moncalieri

fabrika torino ex foro boario moncalieri mostra mercato modernariato vintage

Una mostra mercato dedicata allo stile dagli anni ‘50 fino agli ‘80 che parte dall’arredamento e dal design, passa dalla musica, dalla moda, dal cinema e arriva al lifestyle.

Una mostra mercato dedicata allo stile dagli anni ‘50 fino agli ‘80 che parte dall’arredamento e dal design di quegli anni, ma non dimentica il contesto storico e lo celebra attraverso musica, moda, cinema e lifestyle. Fabrika vuole creare un ponte tra il grande design italiano sviluppatosi a partire dal boom economico e il design e le tendenze attuali in ambito di arredamento e non solo. Spazi al coperto, street food, container exhibition per un pubblico di appassionati, architetti, interior designer, ma anche commercianti e curiosi del settore.

Dove&Quando: Moncalieri (TO), Ex Foro Boario / 18 febbraio 2017 / 9.00-20.30 / Maggiori info su Facebook

Let’s Vintage a Milano

let's vintage frida isola milano mercatino seconda mano

Abbigliamento, accessori, bijoux con occasioni vintage

Torna Let’s Vintage, format che combina abbigliamento, accessori, bijoux con occasioni vintage a partire da €5! Molte le proposte per le donne, ma anche  per uomo e bambino.

Dove&Quando: Milano, Frida Isola, via Pollaiuolo 3 / 18-19 febbraio 2017 / 12.00 – 22.00 / Maggiori info su Facebook

Grand opening del concept store Nami, a Bergamo

nami concept store bergamo design qualità artigianato workshop hygge nordic

Un luogo dove ogni cosa è stata selezionata con attenzione e cura per la natura che ci circonda. Illustrazione è di Alessandro Adelio Rossi, in mostra nello store con alcuni dei suoi lavori.

NAMI CONCEPT STORE – GRAND OPENING. Ve lo abbiamo presentato in settimana e ormai lo sapete: NAMI non solo un semplice negozio, ma uno spazio dove design, qualitàartigianato si fondono, un workshop, un luogo di incontri, un luogo per mostre, vernissage e concerti. Come ci ha raccontato l’ideatrice del progetto, Stefania, ogni proposta in vendita è stata selezionata con attenzione e cura per la Natura che ci circonda: “NAMI nasce dalla voglia di creare un’esperienza emozionale, ovvero valorizzare il quotidiano con dettagli che inconsciamente ci arricchiscono.”

Dove&Quando: Bergamo, NAMI, via Broseta 50 / 19 febbraio 2017 / 10.00 – 21.00 / maggiori info su Facebook

Appuntamenti per la prossima settimana: Creative Mornings Rome

Creative Mornings Rome

Nuovo appuntamento con le colazioni creative a Roma: Creative Mornings presenta un incontro con J.J. Wright sul tema “Moments”. Wrigth, pianista, direttore d’orchestra, compositore e vincitore di un Grammy Award, utilizzerà l’improvvisazione Jazz per conquistare e coinvolgere il pubblico nell’incontro di Venerdì 24. per informazioni e prenotazioni consultate il sito ufficiale e l’evento Facebook dedicato.

Dove&Quando: Roma, University of Notre Dame Global Gateaway, Via Ostilia, 15/ 24 febbraio /08:30/ Ingresso libero, necessaria prenotazione. Biglietti disponibili qui.

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SCAR PROJECT: le cicatrici come prevenzione

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È quando usciamo dalla nostra zona di comfort che stiamo realmente facendo qualcosa che per noi è importante. Anche quest’anno, per il mese della prevenzione del tumore al seno, vi propongo un progetto fotografico un po’ “scomodo” proprio perché obbliga a uscire dalla propria zona di comfort. “THE SCAR PROJECT“, che significa letteralmente “il progetto cicatrice”, è una serie fotografica che ritrae donne sopravvissute al cancro al seno e che mostrano, senza pudore o vergogna, i segni e le cicatrici di una battaglia che non hanno scelto di combattere, ma che hanno vinto.
Le foto, scattate dal fotografo di moda David Jay, ritraggono donne dai 18 ai 35 anni che hanno subito una mastectomia e “sono una conferma di vittoria sul male e una rivincita personale” secondo Jay, che si è avvicinato ad un tema così delicato e allo stesso tempo forte, dopo aver saputo del cancro al seno di un’amica di soli 29 anni.

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

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© David Jay – THE SCAR PROJECT

Cosa dire, fa male vedere i segni che la malattia ha lasciato sui corpi di queste donne, ma fa bene vedere quanto il tumore non abbia lasciato cicatrici nei loro spiriti. Con i loro volti fieri, gli sguardi intensi ed emozionati davanti all’obiettivo della macchina fotografica di David, queste “modelle per un giorno” sono pronte ad esorcizzare la paura e a mostrarsi d’esempio per essere d’aiuto e far capire che tutte le donne possano farcela a vincere una battaglia che hanno scelto, proprio come loro!

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OBLIVION

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Non è facile comunicare per immagini. Ci vuole coraggio. Quello di aprirsi ad un’interpretazione che non passa per il letterale ma che si affida al simbolo e può essere dunque trascesa, fraintesa, vituperata. Ma quando il segno è chiaro, chiaro è anche il messaggio.

É il caso di Stefania Sammarro, giovane fotografa calabrese che per Falco Editore cura Oblivion. Un libro di visioni oniriche dove la bellezza è un racconto che si snoda attraverso le varie discipline: il cinema muto, il teatro, la storia dell’arte. Ci sono eroine senza voce e corpi che paiono usciti dalle tele del Caravaggio, terre desolate e paesaggi senza nome.

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Il libro vanta la collaborazione di personalità autorevoli provenienti dai diversi ambiti d’esplorazione dell’autrice: da Daniele Dottorini, docente di Cinema presso l’Università della Calabria, all’attrice Imma Guarasci, al docente di Filosofia Giuseppe Ferraro, alla psicoanalista Simonetta Costanzo.

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A dimostrazione che l’arte crea un ponte tra le scienze e il mondo, proprio per l’ampiezza del suo respiro. Il racconto di Stefania lega ragione e inconscio, cronaca – evidente il rimando a temi d’attualità come la violenza sulle donne – e immaginario  consegnandoci nel vivo di un sogno lucido che emerge prepotente e ci punge nel vivo dell’anima. A volte senza nemmeno sapere perché.

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Non ci resta che navigare in questo oblio, sapendo che ovunque si perda lo sguardo lo troveremo in un mare di grazia, dolcemente, a naufragare.

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Arte, danza e fotografia: il progetto di Misty Copeland dedicato alle ballerine di Degas

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Misty Copeland in “The Star” di Edgar Degas

Unire arte, danza e fotografia in un unico progetto puntando al tempo stesso ad abbattere con grazia e delicatezza le barriere di classe, di razza e tutti quegli stereotipi che – purtroppo – da troppo tempo caratterizzano il mondo della danza classica.

Questo è in sintesi quello che ha fatto Misty Copeland, una donna forte e determinata che dopo un passato difficile e un lungo percorso in punta di piedi fra sudore e fatica ha realizzato un sogno ed è diventata la prima ballerina afro-americana a ricoprire il ruolo di étoile dell’American Ballet Theatre di New York.

Una conquista che l’ha spinta a impegnarsi in altri progetti dentro e fuori dal palcoscenico: dalla sua autobiografia “Life in motion” fino alla messa in scena de Il lago dei cigni nel ruolo di Odette, Misty continua ad esplorare il mondo della danza per raccontarne le mille sfaccettature a un pubblico sempre più ampio, per dimostrare che la danza è accessibile a tutti, a prescindere dalla razza o dal colore della pelle, e che con impegno e dedizione i sogni si possono davvero realizzare.

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Misty Copeland in “Swaying Dancer (Dancer in Green)” di Edgar Degas

Per dimostrarlo stavolta si è affidata a Degas e alle sue ballerine facendosi ritrarre da Ken Browar e Deborah Ory, fotografi del NYC Dance Project, per ricreare alcuni dei dipinti e delle sculture più famosi del celebre artista riproponendo scene, posizioni e costumi e mostrando così il legame forte e reale fra l’arte, l’artista e l’opera.

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Misty Copeland in “Dancer” di Edgar Degas

Edgar Degas ha lavorato alle sue ballerine raccontando la danza in chiave moderna, con una sguardo nuovo a questo mondo, uno sguardo concreto e reale che ha mostrato i dietro le quinte, i momenti di pausa e di aggregazione fra le ballerine, i dettagli degli abiti e i movimenti immortalando un momento ma facendo percepire al contempo il movimento e la fluidità che racchiudeva. Una bellezza meno eterea e meno poetica forse ma certamente più forte, la stessa bellezza rappresentata da una ballerina nuova e contemporanea, capace di distruggere gli stereotipi proprio come Misty.

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Misty Copeland in “Little Dancer Aged Fourteen” di Edgar Degas

Foto di Ken Browar & Deborah Ory –  Fonte harpersbazaar.com 

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Cosa mettere in valigia per un viaggio in Islanda

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Giornate che si allungano, neofiti della corsa che attraversano le strada senza guardare, giornali e tv che iniziano a proporre servizi dedicati al dimagrimento facile-veloce-nei punti giusti e amici che prenotano trattamenti dall’estetista per prepararsi all’abbronzatura sono i classici esempi di panico da inizio della bella stagione. Eppure c’è un modo così semplice per evitare la prova costume: organizzare un viaggio in Islanda. 

viaggio in islanda valigia cosa portare

Tra ghiaccio e fuoco

L’Islanda è un luogo che a mio avviso è molto difficile non amare, certo se siete tipi da tropici tutto l’anno mi direte “fa freddo, c’è sempre vento, ci sono solo vulcani, ghiaccio e strade deserte”, il che riassume in linea di massima la geografia dell’isola, eppure rimane una terra che ti distrugge con la sua potente bellezza. Quest’isola a nord dell’Europa è per me una destinazione dove il silenzio è assordante, tutti i sensi si amplificano e non riesco a smettere di farmi mille domande sulla potenza della natura. Per condividere la meraviglia di questa terra di ghiaccio e fuoco, nelle prossime settimane leggerete altri due post che vi aiuteranno ad organizzare un viaggio responsabile, sicuro e rispettoso. Oggi ci occupiamo di organizzare mentalmente la valigia.

viaggio in islanda abbigliamento valigia

Quale valigia usare e come vestirsi

Uno zaino, ovviamente! Ah, volete per forza partire con il trolley che ha le quattro ruote che si muovono con la forza del pensiero? Procedete pure, però mandatemi un video di quando cercherete di trascinarlo su prati o stradine non asfaltate. Uno zaino da trekking capiente circa 60 litri è perfetto per contenere tutto quello che serve per 7/15 giorni in Islanda, a patto che abbiate anche uno zaino più piccolo dove mettere tutti gli oggetti che servono a portata di mano. Macchina fotografica, treppiede, occhiali da sole (sì, anche in pieno inverno, avete presente l’effetto accecante del sole che si riflette su distese infinite di neve bianchissima?), berretto e guanti vanno in quest’ultimo.

Estate o Inverno la differenza di temperatura ovviamente c’è, ma non crediate che il semplice fatto di andare in Islanda ad Agosto implichi un incoraggiante bagaglio di tshirt e pantaloncini corti. Il classico, miracoloso abbigliamento a cipolla è il salvavita di ogni stagione in Islanda, dove il vento non smette (quasi) mai di soffiare.

valigia islanda viaggio islanda zaino islanda

Illustrazione di Eleonora Arosio

Cosa non può mancare in valigia

Inverno: se decidete di ignorare il primo strato (maglia a maniche lunghe e leggins) in materiale termico siete dei folli. E’ indispensabile così come lo sono i guanti anti-vento, i pantaloni e la giaccia da sci/neve e qualche buon pile. Completa il tutto una camicia in flanella tra il primo strato e il pile: ora vi starà venendo caldo solo al pensiero, ma quando cercherete di capire qual è il vostro cottage scendendo dall’auto ogni 50 metri sotto ad una bufera di neve, mi ringrazierete.

Estate: cambia la pesantezza dei capi ma non la stratificazione: tshirt tecnica, camicia (flanella o jeans), pile. E sotto leggins e pantaloni tecnici/da trekking. La vestizione ogni mattina in Islanda richiede una certa organizzazione! Un paio di sneakers può tornare utile nelle lunghe ore in auto e una mascherina per dormire può evitare di svegliarvi alle 2 di notte quando il sole è già alto. Quando avrete finito di vestirvi mancherà ancora un’ultimo ma indispensabile strato: una giacca di media pesantezza (non da neve ma più calda di un piumino 100 grammi, per intenderci). Quest’ultima meglio se antivento e impermeabile.

Sempre: calzini tecnici, scarponcini da trekking impermeabili (fondamentale), infradito in gomma, costume da bagno (volete rinunciare a questo oppure questo? Beh sì, allora potete lasciarlo a casa), sciarpa/scaldacollo, berretto di lana.

Cosa può rimanere a casa

Lasciate a casa jeans (pesano in valigia, non tengono caldo, se si bagnano non ci mettono una vita ad asciugarsi) e ombrello (lo vedreste distrutto in pochi minuti). Inutili anche sandali e qualsiasi abbigliamento ricercato (vestiti o gonne). Quasi inutili i pantaloncini corti.

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Women With Tattoos: un progetto fotografico

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Abbiamo già accennato al progetto Women With Tattoos in un articolo dello scorso anno. Era nato come un progetto fotografico con un inizio e una fine, ma poi a quanto pare le due autrici hanno deciso di continuare il loro percorso di ricerca e di scoperta all’interno del mondo delle donne e dei loro tatuaggi. Abbiamo intervistato la fotografa del progetto, Eleni Stefanou, per farci raccontare le sue impressioni sul rapporto che lega le donne e i segni indelebili sulla pelle.

Cosebelle: Sappiamo che sei una fotografa di talento e che hai iniziato questo progetto qualche anno fa insieme a Christina Theisen. Raccontaci perché avete scelto nello specifico le donne e i loro tatuaggi e non un più generico “persone tatuate”.
Eleni Stefanou:
Mi faccio questa domanda di tanto in tanto anche io e questa è la risposta che semplicemente continuo a darmi: la verità è che non mi interessa molto capire la relazione che gli uomini hanno con i tatuaggi. Forse è perché mi identifico di più con le donne e quindi mi sento naturalmente più curiosa di sentire le loro storie. Mi interessa capire il ruolo che giocano i tatuaggi nel ridefinire le regole di genere, per esempio il modo in cui riformulano quello che noi consideriamo come “femminile”. Mi interessa anche capire come i tatuaggi aiutano le donne ad accrescere la loro fiducia in sé stesse. Questo progetto mi ha permesso di parlare con le donne di argomenti a cui tengo molto.

Tu hai tatuaggi? Se sì, raccontaci qualcosa in proposito e se no, beh, questo sì che è interessante considerato il tuo progetto! Perché no?
Sì, ho un tatuaggio sul lato destro del costato. L’ho fatto 5 anni fa, dopo aver compiuto 25 anni. È la forma geometrica di un prisma in nero e grigio. Pianifico il mio secondo da anni ormai. Ci metto molto a sviluppare l’idea e a trovare il tatuatore adatto ad interpretarlo. Nel mio caso i tatuaggi hanno un ruolo molto intimo: mi ricordano dei miei valori. Vorrei tatuarmi simboli che abbiano un significato in merito ai valori che segnano il mio percorso nella vita. Rappresentando simbolicamente questi valori prometto a me stessa di tenere loro fede e di superare qualunque ostacolo o inibizione si frapponga tra me e ciò per cui voglio lottare nella vita.

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La storia ci racconta che i tatuaggi venivano spesso usati in riti di passaggio, simboleggiando e documentando le diverse fasi della vita. Pensi che questo aspetto sia stato in qualche modo mantenuto anche in questa “età moderna” dei tatuaggi?
Oh, sì, assolutamente. La maggior parte delle donne che ho fotografato parla dei propri tatuaggi in questo modo. I tatuaggi assumono un significato simbolico come segni sul corpo, ma anche il processo del tatuarsi è molto importante. Molte persone ne parlano come un’esperienza rituale da cui si riemerge cambiati. Questo naturalmente è in parte dovuto alle endorfine rilasciate dal corpo, per cui lo stato mentale è fisicamente alterato.
Non sono una storica dei tatuaggi né un’antropologa, ma penso che forse la differenza di questa “età moderna” della cultura del tatuaggio nella civiltà occidentale sia che è molto radicata nell’individualismo. Spesso ci si tatua per creare una propria unica identità visiva che ci distingua. Invece in certe culture, in particolar modo in quelle indigene, i tatuaggi ricoprono un ruolo specifico dal punto di vista simbolico che viene condiviso dalla comunità.

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Un elemento ricorrente nelle interviste sono i tatuaggi come parte di un processo di guarigione per traumi fisici o emotivi. È così che le donne riprendono il controllo delle loro vita dopo un momento difficile, prendendo il controllo in modo permanente sul loro corpo?
Questo è un aspetto che mi interessa davvero comprendere. Penso che tu abbia ragione quando parli di controllo, ma forse una definizione ancora più adatta è dire che i tatuaggi ci danno potere e consapevolezza. Possono avere un fine estetico, facendoci sentire belle, possono dire al mondo: “Io sono ciò che sono e rifiuto la vostra visione limitata di come una donna dovrebbe apparire” e possono anche essere un modo per elaborare un trauma attraverso un’esperienza fisica. Il corpo non è soltanto un mezzo, come tendiamo a pensare in Occidente; è strettamente interconnesso al nostro stato mentale ed emotivo. Esprimere noi stesse attraverso i nostri corpi può diventare uno strumento molto potente e permetterci di superare certe situazioni. Una delle donne che ho intervistato, Gabriella, ha detto una cosa molto bella sul momento in cui si stava tatuando. Ha detto: “è stato come se l’ago stesse svelando queste immagini sul mio braccio, invece che aggiungerle”.

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In quanto fotografa hai sicuramente occhio per ciò che è bello. Pensi che i tatuaggi abbiano creato dei nuovi standard di bellezza?
È molto gentile da parte tua, grazie. È interessante perché da una parte ci sono persone come Rihanna che danno il via a mode nel campo dei tatuaggi, ma ci sono anche quei momenti come quando una celebrità come Cheryl Cole ha scioccato il mondo con il suo enorme tatuaggio di rose sul fondo della schiena. Penso che in questi momenti sia evidente quanto, come società, ci importi dell’aspetto delle donne e non riusciamo ad accettare del tutto quando certi standard di bellezza vengono trasgrediti. Quindi la mia risposta alla domanda è sì e no. 🙂

English version: 
We know you’re a talented photographer and you started this project a few years ago with Christina Theisen. Tell us why you chose specifically women with tattoos and not just “tattooed people”?
I ask myself this question from time to time and this is the simple answer I keep returning to: the truth is that I’m not really drawn to understanding the relationship that men have with tattoos. Maybe it’s because I identify more with women and am therefore naturally more curious to hear their stories. I’m interested in how tattoos play a role in redefining gender norms, for example, how they reshape what we consider to be ‘feminine’. I’m also interested in how tattoos help women build their confidence. This project has allowed me to talk to women about the subjects I feel strongly about.
Do you have any tattoos yourself? (If yes tell us something about it and if not, well, that’s interesting considering your project! Why not?)
 Yes, I have one tattoo on my right side rib cage. I got it 5 years ago after turning 25. It’s a black and grey geometric shape of a prism. I’ve been planning my second one for a few years now. It takes me a long time to develop the idea and find the right tattoo artist to interpret it. In my case, tattoos serve quite a private role: they remind me of the values I believe in. My plan is to be tattooed with symbols that signify the values I adopt throughout my journey in life. By symbolising these values, I make a commitment to myself to be true to them and to overcome any inhibitions that may be keeping me from embracing what I really want to stand for in life.
History tells us that tattoos were often used in rites of passage, symbolizing and documenting different phases of life. Do you feel that this aspect has been preserved somehow in this “modern era” of tattoos?
 Oh, yes, absolutely. Most of the women I have photographed talk about tattoos in this way. Tattoos take on symbolic meaning as marks on the body, but the process of being tattooed is also very important. People will talk about it as a ritualistic experience that you emerge from changed. This is of course in part induced by the endorphins that your body releases, so your state of mind is actually physically altered.
I’m not a tattoo historian nor an anthropoligist, but I do think that perhaps the difference with ‘modern era’ tattoo culture in the western world is that it’s very much grounded in individualism. So people often get tattoos to form a unique visual identity that marks them out. Whereas, in certain cultures, particularly indigenous ones, tattoos perform a very specific form of symbolism that is shared among the community.
In many of your interviews I found tattoos being part of a healing process for some kind of physical or emotional traumas. Is this how women take back control over their lives after difficult times, by taking control permanently over their bodies?
This is an area I’m really interested in understanding. I think you’re right in saying that it’s about control, but maybe a more suitable description would be to say that tattoos are empowering and give us agency. They can serve an aesthetic purpose, making us feel beautiful, they can say to the world “I am my own person and I reject your limited view of what women should look like” and they can also be a way of processing a trauma through a physical experience. The body isn’t just a vessel, as we tend to think of it here in the west; it is totally interwoven with our mental and emotional state. Expressing ourselves through our bodies can be very powerful and can allow us to transcend situations. One of the women I interviewed, Gabriella, said something really beautiful about the moment she was getting tattooed – she said: “it was as though the needle was uncovering these images on my arm, rather than adding them.”

As a photographer, you certainly have an eye for beauty. Do you feel that tattoos have created new beauty standards?
That’s really kind of you to say, thank you. It’s interesting, because, on the one hand, you have people like Rihanna setting off tattoo trends, but you still get these moments where a famous woman like Cheryl Cole will shock the world by getting a massive lowerback rose tattoo. I think in these moments we’re reminded that, actually, we care deeply as a society about how a woman looks and we cannot handle it when she trangresses mainstream beauty standards. So my answer to the question is yes and no 🙂

L'articolo Women With Tattoos: un progetto fotografico proviene da Cosebelle magazine - Femminile, indipendente, brillante.

Quando le foto raccontano i conflitti dimenticati. Intervista ad Alessandro Rota

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Alessandro Rota è un ragazzo di 28 anni che ho conosciuto un giorno in estate non tanto tempo fa. Mentre mangiavo un gelato mi ha raccontato del suo lavoro. Mi è venuto un senso di vertigine.
Mi sono ripromessa che nel 2016 avrei cercato di trattare solo argomenti che possono in qualche modo ispirare in maniera positiva, proponendo nuove storie, impressioni. Ragionare di più e far riaffiorare alla memoria notizie che spesso finiscono in secondo piano. Così mi sono ricordata di quelle persone che segui sui social, che vivono un po’ quelle imprese impossibili, distanti da te anni luce. Per questo motivo ho deciso di chiamarlo su Skype. Io da Roma, lui da Erbil, una città nella regione del Kurdistan in Iraq, a 77 km dallo Stato dell’Isis.

Alessandro lavora come fotogiornalista freelance e negli ultimi anni ha documentato le condizioni difficili in molti paesi (Afghanistan, Iraq, Kurdistan, Iran, Libano, Somalia, Sud Sudan, Turchia, Kenya, Indonesia, Zambia e Tanzania) e ha catturato storie di attualità, spesso sulla condizione femminile. Un mestiere che non ti permette di porre nulla in secondo piano, dare per scontato non è contemplato. Pubblicato da una lunga lista di testate nazionali ed estere, dal National Geographic al Corriere della Sera a Internazionale. Quando al telefono mi ha raccontato le situazioni più complesse in cui si è ritrovato, mi sono venuti i brividi, non solo per i racconti delle bombe, dei volti, ma anche per la quotidianità. «Ogni situazione ha le sue complessità, la sicurezza, il tempo, la luce, la predisposizione di un soggetto a confidare i propri segreti. È sempre tutto diverso e per questo molto interessante» mi dice al telefono. Mi ha raccontato di aver visto partorire una ragazzina in Sud Sudan, di come è stato difficile e allo stesso tempo spontaneo parlare di vita e trovarsi di fronte ad una situazione così intima e forte. Alessandro ha deciso di racchiudere i suoi scatti in un progetto nuovo, un libro fotografico di cui noi abbiamo in anteprima qualche pagina in fondo all’articolo.

Intervista-Alessandro-Rota

Cosebelle: Com’è nata la passione per il fotogiornalismo?
Alessandro:
 Mi sono innamorato della macchina fotografica mentre studiavo Disegno Industriale al Politecnico di Milano, ma ho scoperto che lo still life non era il mio genere. Mi piace l’azione e credo che la fotografia in questo caso possa avere un ruolo importante nel far riflettere le nostre coscienze… o per lo meno così è stato per me subito dopo che ho osservato le prime fotografie di reportage.

Com’è nata questa sensibilità per la situazione femminile? In Turchia in che modo ti sei relazionato con le famiglie?
Avevo appena finito di lavorare a due progetti molto faticosi a livello personale, in Sud-Sudan e in Somalia. Avevo bisogno di lavorare a qualcosa di più leggero ma al contempo non volevo perdere di vista quanto avevo appreso della Turchia contemporanea, così ho deciso di raccontare la storie dei femminicidi in un paese per certi versi tanto vicino a noi europei ma per altri abbastanza diverso per quanto riguarda i valori cardine della nostra società, e con questo non voglio dire che ritengo la nostra società perfetta, anzi. Con le famiglie è stato tutto molto semplice, grazie al supporto dell’associazione Kadin Cinayetlerini Durduracagiz (tradotto in We Will Stop Murder of Women) che con loro lavora da diverso tempo. Mi hanno subito accolto per quello che sono, un reporter che voleva raccontare la loro storia dal loro punto di vista.

La Turchia è ancora, ufficialmente, uno stato laico. Non so se hai visto il film Mustang, ma dimostra che non è così, soprattutto nelle parti più interne del Paese. Qual è stata la realtà che ti sei trovato davanti? Esiste una Turchia laica?
Purtroppo non lo ho visto, ma la Turchia, soprattutto la regione dell’Anatolia, zona più profonda del paese, ha un forte spirito religioso. Ma sicuramente esiste una parte che protende a valori laici e per così dire “europei” o occidentali. La società turca è molto variopinta e davvero un affascinante mix di culture diverse che dividono lo stesso territorio.

I reportage in Sud Sudan sono molto forti, è una guerra complessa che dura da decenni, come ti sei trovato lì e com’è nato il reportage sulla maternità? Cosa ti hanno raccontato le donne sudanesi?
La guerra in quei territori dura da cinquant’anni. La popolazione civile è allo stremo e benché cambino le bandiere, le dinamiche orrende della guerra non mutano. In quelle regioni serve la pace e raccontare la maternità in zone tanto ostili mi è sembrato un modo di dare un barlume di speranza ad un paese martoriato da lotte di potere. Il lavoro è nato dalla stretta collaborazione con la Ong Ccm (Organizzazione non governativa del Comitato Collaborazione Medica) e grazie a dei fondi della comunità europea.

Intervista-Alessandro-Rota

La donna nelle situazioni di guerra è sempre penalizzata, ancora di più se madre. Quali sono le difficoltà di una donna nel Sud Sudan? Chi sono i suoi nemici? Credi che questa situazione sarebbe molto differente senza conflitto?
In Sud-Sudan la donna non ha gli stessi diritti di uomo, basti pensare che la poligamia è largamente accettata, ma solo da parte dell’uomo. Le mogli si comprano, letteralmente, e il marito deve risarcire alla tribù della moglie un numero preciso di mucche. Un patto stabilito in accordo con il padre della donna e la loro tribù prima del matrimonio. Il conflitto sicuramente peggiora ulteriormente le cose, i numeri dei casi di stupro sono al limite del credibile.

Le fotografie scattate in condizioni di guerra pensi che possano servire a cambiare l’opinione di chi le osserva?
Che una fotografia, un’immagine, una testimonianza possano fermare una guerra è un’idea molto romantica che spesso i reporter di guerra inseguono. Sicuramente la fotografia ha cambiato una vita, la mia, e così spero di fare altrettanto ad altri attraverso la mia fotografia. Spesso però è un po’ frustrante non avere un ritorno immediato e poter “misurare” quanto il proprio lavoro sia servito a rendere al pubblico la complessità del mondo che ci circonda; eppure sono certo che il mondo si cambi una testa alla volta.


Puoi trovare tutti i progetti fotografici di Alessandro Rota e seguire i suoi spostamenti sul suo sito: http://alessandrorota.photoshelter.com/

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I frontalieri attraverso le fotografie di Fabrizio Albertini

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Se abiti sul confine, molti dei tuoi compagni di classe, vicini di casa e amici avranno scelto di lavorare dall’altra parte della dogana. Saranno dei frontalieri. Una cosa normalissima per me e per Fabrizio che siamo nati e cresciuti a Verbania, sul Lago Maggiore, che comprende sia l’Italia che la Svizzera.

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Diary of an Italian Borderworker

frontaliere [fron-ta-liè-re] s.m. (f. -ra)
Abitante di una zona di confine tra due stati. I frontalieri sono lavoratori, residenti in tale zona, che devono giornalmente varcare il confine per recarsi sul posto di lavoro.

In Canton Ticino, Svizzera, si contano attualmente oltre 62.000 presenze di lavoro frontaliere italiano. Verbania, come molte privince tra Piemonte e Lombardia, tocca il confine. Lavorare significa accettare di dividersi tra due stati, attraversare ogni mattina una dogana e sentirsi uno straniero, con le problematiche che si creano a causa del razzismo e del leghismo. Tra il Ticino e l’Italia non c’è così tanta differenza, si parla la stessa lingua, si condivide un bellissimo lago ma nonostante questo nella politica e nell’integrazione ci si scontra con un muro, un confine netto, inteso come una vera e propria divisione.

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Diary of an Italian Borderworker

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Diary of an Italian Borderworker

Diary of an Italian Borderworker è un progetto del fotografo Fabrizio Albertini, un racconto lungo le strade tortuose attraversate dai frontalieri. Un tema attualissimo dopo il referendum svizzero dello scorso 25 settembre, proposto dall’Udc e Lega Ticinese. «Un rapporto tra territorio e realtà lavorativa oltre il contesto occupazionale. È un viaggio che riporta la percezione di un paesaggio confinante e straniero». Le fotografie di Fabrizio, sospese, mostrano i luoghi, le persone e i loro dettagli del territorio dal punto di vista soggettivo, di chi è nato e cresciuto su un confine. Diary of an Italian Borderworker è quasi concluso, sta raccogliendo gli ultimi fondi attraverso il crowdfunding di KissKissBankBank per ultimare la pubblicazione del progetto, suo secondo libro per Skinnerboox

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Photo credit: Fabrizio Albertini

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Photo credit: Fabrizio Albertini

«Strada Statale 34, Lago Maggiore. È una bella giornata, finalmente. Il “Nulla da dichiarare” l’ho appeso allo specchietto retrovisore. Dogana. Scalo in seconda. La guardia di confine mi squadra velocemente. “Ok”. Alzo appena la mano dal volante. “Grazie”, non lo dico. Basta un cenno. Svizzera, Canton Ticino. Seconda, terza, quarta. […] Non ho fatto molta strada da casa ma tutto è già cambiato. Sono i dettagli che non riconosco. Non mi ci sono ancora abituato. I colori, le case, le scuole, i bar, il cibo, le automobili, i vestiti, la gente, questa pompa di benzina e tutto il resto. Mi sento distante. Sono molto lontano dal mio paese. Mi sento straniero.»

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Photo credit: Fabrizio Albertini

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Il racconto dell’autunno con Lomo Instant

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È iniziato il conto alla rovescia verso il Natale, ma io mi sono ritagliata un po’ di tempo per vivere questi ultimi giorni d’autunno attraverso il mirino della mia nuova Lomo Instant.

Per gli amanti della fotografia istantanea e delle foto a pellicola, che trovano un po’ limitanti le simpatiche macchine istantanee già in commercio, la macchina targata Lomo potrebbe essere un perfetto regalo per il Natale in arrivo perché ha alcune funzionalità che non sono così comuni!

La nostra review

Partiamo dal packaging, che è decisamente bello da vedere e coinvolgente da aprire, per godersi ogni secondo dello spacchettamento: la scatola contiene, oltre alla macchina fotografica, tre lenti da montare all’obiettivo fisso (una fisheye, una portrait e una macro dotati di tappi), il libretto di istruzioni (assolutamente da consultare per un utilizzo corretto e al 100% della Lomo Instant), una scatolina con le gelatine in plastica da utilizzare con il flash e un kit di piccole schede esempio sui diversi settaggi possibili della macchina per stimolare la creatività dei fotografi.
Come tutte le Lomo, anche la Instant ha il corpo completamente in plastica; il design è retrò e dal sapore vintage, ottenuto anche grazie a linee molto squadrate. Nella parte frontale della macchina troviamo: l’obiettivo integrato fisso da 27mm, un grandangolare (cioè perfetto sia per fare panorami che fare inquadrature più ravvicinate perché ha una buona messa a fuoco) su cui montare le lenti aggiuntive; il piccolo flash con vetrino da utilizzare in combinazione con le gelatine e secondo tre diverse impostazioni, può essere sempre acceso, sempre spento oppure posizionato in modalità automatica spostando la levetta nella parte inferiore della macchina; un piccola ghiera per variare la compensazione dell’esposizione in 5 varianti (utile nelle giornate più nuvolose e molto assolate); il bottone di scatto, che più che un bottone è una levetta; il selettore della messa a fuoco con due possibilità di scelta; il tasto MX che permette di realizzare esposizioni multiple sullo stesso scatto e un piccolo specchietto, perfetto per i selfie che vanno tanto di moda. Sui fianchi ci sono: un selettore per scattare in modalità normale N o in modalità “bulb” B, funzionalità tipica delle reflex, che permette di decidere autonomamente il tempo di esposizione dello scatto; il vano per le batterie (4 pile AAA) per far funzionare la macchina. Sul retro ci sono solo il visore del mirino da cui poter inquadrare, anche se leggermente fuorviante perché posizionato a lato e senza la resa effettiva delle diverse lenti e lo slot per ricaricare le cartucce, le pellicole Instax Mini della Fujifilm che generano istantanee dal formato 64x42mm. L’impostazione di queste pellicole, come le classiche Polaroid di una volta, permette migliori risultati per scatti in verticale! Con le 3 lenti in dotazione ci si può davvero sbizzarrire: c’è l’immancabile fisheye, che ha un angolo di visione di 170° e scatta in modalità circolare – per capirci quelle foto tonde con intorno tutto il nero! Non poteva mancare la lente macro, che permette di fare dei close-up, cioè dei dettagli, mettendo a fuoco fino a 10cm dall’obiettivo e poi c’è la lente portrait, perfette per i ritratti.

In conclusione

Lomo Instant non è come tutte le classiche macchine fotografiche istantanee, ma è perfetta per chi ha un pochino di basi fotografiche e che vuole una fotocamera per svago e divertimento, per chi vuole sperimentare con filtri e obiettivi diversi da quello in dotazione. Utilissima per riscoprire la creatività “old school” e la bellezza della fotografia a pellicola, anche se il risultato è sviluppato al momento, la Lomo Instant non è una macchina fotografica professionale, ma è di sicuro una fotocamera adatta a chi vuole sperimentare un po’! Disponibile in tantissime e più o meno colorate edizioni, quasi tutte con le 3 lenti in kit o meno, la Lomo Instant è in conclusione, nonostante non sia sempre facilissimo scattare una buona foto (un po’ di pellicole andranno investite nelle prove e nelle sperimentazioni) una macchina divertente, curiosa e interessante!
La chicca: Lomo Instant allo stato embrionale era solo un progetto nato un paio di anni fa su Kickstarter, ma che ha fin da subito ha riscontrato un grande successo tra il pubblico, tanto da essere realizzato!

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Buy buy baby edizione speciale natalizia: Cheerz

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Nuovo Buy buy baby edizione speciale per “Idee per i regali di Natale”, oggi tocca a Cheerz! Supponiamo che vogliate un regalo unico, personalizzato, un po’ romantico per fidanzati e fidanzate oppure pieno di significato per amici e famiglia. Supponiamo anche che, in fondo, vogliate anche farvi un auto regalo bellissimo visto che ci siete. La soluzione? Cheerz, il sito che permette di stampare foto di ogni tipo in tantissimi formati differenti, soprattutto quelle che giacciono anni e anni negli smartphone. Lo so che le avete lì da anni, non le volete cancellare perché sono ricordi, ma, diciamoci la verità, ingolfano il telefono, non le riguardate mai e ci vuole troppo tempo per lo scroll di 4000 foto (sì, io ne ho davvero così tante nel mio smartphone). Adesso non avrete più scuse: stampate i vostri ricordi prima che spariscano nel gorgo di backup finiti male, smartphone smarriti o rotti, cartelle mai riaperte, e regalateli per questo Natale 2016 risparmiando.

Cheerz può essere usato comodamente tramite app o sito web, scegliete che formato volete per le vostre foto tra fotolibri, polaroid in diverse dimensioni, calendari, calamite, poster, segnalibri etc etc. Vi collegate creando il profilo utente e selezionate tutto quello che volete stampare. Potete caricare da pc, da smartphone o da tablet, ma anche direttamente dai profili social come ho fatto io, che ho creato la mia Cheerz box tramite Instagram in 5 minuti netti.

Per Natale, poi, la Cheerz box è anche in edizione speciale, per cui avrete 30-45 in stile vintage con colore dello sfondo a vostra, una scritta da metterci sotto e procedete con l’ordine. Non dovrete nemmeno pensare a carta regalo, fiocchi, nastri, è tutto già compreso nel prezzo e la confezione è carinissima. Preferite il classico aspetto da Polaroid? C’è la box Polaroid 3000. La consegna avviene in 7 giorni lavorativi, scartate il pacco e mettetelo già sotto l’albero.

Se volete provare il servizio Cheerz o fare già i primi regali di Natale in super anticipo andate su app o sito e usate il codice COSEBELLE (valido fino al 18 Dicembre) per avere un 15% di sconto su tutto.

Preparate gli smartphone, scaricate l’app e preparate i vostri regali fotografici. Quest’anno in quanto ad originalità non vi batte proprio nessuno.

Cheerz: Sito ufficiale | Facebook | Instagram

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